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Vita da Chef

mar 28, 2022

“Michael devi sempre trattare il cibo con dignità”

Sono passati molti anni da quando mio nonno, Gino Esposito, ci ha lasciato.

Lui mi ha insegnato moltissimo, era uno spirito libero.


 A mio nonno piaceva la libertà, per lui era una parte fondamentale per iniziare a percorrere qualsiasi cammino lavorativo ma non solo, era un uomo dai sani principi che vedeva nella libertà la possibilità di scegliere il modo più personale possibile per vivere la vita.


Mio nonno era una persona concreta ma aveva uno spiccato senso ironico e non amava “l’immobilità” credeva, invece, che l’errore, lo sbaglio insito nelle scelte quotidiane, fosse fondamentale per definirsi usando l’errore stesso per migliorare il proprio operato.


Era innamorato della buona cucina, della vita e tal volta anche dei suoi mille imprevisti ma credeva nelle potenzialità dell’essere umano e nei rapporti che si possono creare.


Avevo tredici-quattordici anni quando stavo accanto a lui in cucina a guardarlo mentre, con abilità, tagliava pomodori e sfilettava pesce per preparare quelli che sono ancor oggi i piatti tipici della tradizione mediterranea. Mi diceva “Michael devi sempre trattare il cibo con dignità”.


Io rimanevo estasiato nel guardare quei movimenti leggeri e veloci ma al contempo decisi mentre con un angolo della mia mente cercavo di capire quale fosse il legame tra le sue parole e il pesce che a fine giornata avrei mangiato. Solo quando, anni dopo, iniziai a lavorare in cucina capì il vero significato delle parole di mio nonno perché il cibo, indipendentemente dal modo usato per servirlo in tavola, rappresenterà sempre il mio modo di vedere la vita raccontato agli altri attraverso la percezione dei sapori al palato.


Erano gli anni ’80, con la mia famiglia c’eravamo trasferiti da poco in Italia, una parte del mio cuore era colmo di nostalgia perché a New York avevo lasciato amici e differenti abitudini ma allo stesso tempo ero carico di entusiasmo, sentivo che a Napoli la mia vita stava plasmandosi in una nuova dimensione fatta di sapori da mescolare con la creatività.


Sono lo Chef Michael Esposito ma per molti sono “Mister Proseccone” come avete potuto intuire ho ereditato l’amore per la vita e la passione per la cucina dalla mia famiglia e dopo una lunga gavetta sono diventato, oggi, uno dei nomi più richiesti dalle cucine internazionali, in ogni numero vi racconterò un pezzo della mia vita alla quale è legata una ricetta particolare.

 

 

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